Dimenticare le fotocopie e narrare esperienze

La pagina di quaderno (del 1937, tratta dalla Banca Dati dell'INDIRE) che vi offro oggi, invece, non porta riflessioni di carattere metodologico particolari, ma vuole far notare qualcosa che spesso dimentichiamo: l'importanza di scrivere, disegnare, documentare.
Questa pagina di quaderno io la voglio vedere così: il racconto, grafico, di un'esperienza di vita concreta, fatta in fila indiana con i compagni alla ricerca della decina... e ora vi spiego perché.


http://www.indire.it/immagini/immag/indirefms/a26b.jpg
Sappiamo bene quanto sia importante per i bambini mettere le mani in pasta, sperimentare, ragionare partecipando attivamente. Bene, questo facciamo: a scuola si sperimenta con materiali e strumenti, si costruisce, si fa (si spera). Ma dopo? Dopo è necessario documentare... e per farlo serve scrivere, raccontare, mettere nero su bianco l'esperienza. Possiamo scegliere di farlo abusando di schede didattiche, ma possiamo anche (ed è quello che preferisco) farlo dando spazio ai bambini per disegnare e scrivere ciò che hanno sperimentato. In un'epoca in cui le fotocopie non esistevano, questo era all'ordine del giorno. Oggi, invece, spesso, si tende a far completare schede, riempire buchi, tralasciando l'importanza della narrazione.

Un'esperienza fatta dal vero, contando le mele, mettendole in fila, mettendosi in fila per andare verso la casa della decina... io questa pagina di quaderno, la immagino così, con una ricca storia di didattica attiva alle spalle.

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